A.T. STILL E LEONARDO DA VINCI

A.T. STILL E LEONARDO DA VINCI

Il 2019 è l’anno di Leonardo da Vinci. In occasione dei festeggiamenti per il 500° anniversario della sua morte, saranno realizzate manifestazioni, celebrazioni e iniziative di carattere culturale in tutta Italia. Chi ci conosce bene, sa della smisurata stima che ci lega al genio fiorentino. Quindi non potevamo non celebrarlo adeguatamente in queste pagine.

I grandi personaggi che hanno caratterizzato la storia delle scienze, sono accomunati dall’intuizione del “cosa sia” e del “come funzioni” un qualsivoglia oggetto di studio. Se parliamo di “uomo” è incredibile osservare quanti punti di comune intuizione si riscontrino tra Leonardo da Vinci e Andrew Taylor Still.

Di Leonardo si conosce tantissimo: grande genio dell’umanità, incredibile inventore, ingegnere, architetto, grande artista, anatomista; sappiamo che ha avuto per tutta la vita una “fame insaziabile” di sapere.

Soprattutto in medicina ha portato un’autentica rivoluzione. Prima del suo avvento l’anatomia era addirittura ferma agli studi di Galeno, il medico greco vissuto tra il 131 e il 201 d.C.; possiamo quindi dire che di fatto l’anatomia nasce con Leonardo (unitamente al Vesalio). Le innovazioni nella disciplina anatomica si devono certamente alla capacità leonardesca nell’intuire e nel disegnare ma, soprattutto, alle numerose dissezioni che Leonardo eseguì a Milano e Firenze.

Andrew Taylor Still è un altro genio della nostra umanità anche se molto meno conosciuto. Con Leonardo condivide quella incolmabile voglia di sapere scientifico, di capire più a fondo possibile i perché delle cose senza fermarsi a ciò che è dato per assodato. Al pari del genio italiano, è un bambino che non resiste all’aprire il giocattolo, che ama per guardarci dentro. Anche per Still la dissezione dei cadaveri è la base delle scienze mediche. Proprio come Leonardo che, dalle dissezioni, portò contributi importanti alla comprensione dell’apparato muscolo scheletrico o alla scoperta della retina e del nervo ottico, per citare degli esempi, altrettanto, Still intuì i meccanismi che portano un organismo ad ammalarsi, partendo dai numerosi cadaveri studiati fino ai dettagli più nascosti.

Tra la nascita di Leonardo (15 aprile 1496 a Vinci nei pressi di Firenze) e quella di Still (6 agosto 1828 in Virginia, Stati Uniti) passano oltre trecento anni, ma entrambi mostrano una sorprendente e comune visione d’insieme e di unità funzionale dell’essere umano. Tanto il maestro fiorentino, quanto il “Vecchio Dottore” americano, percepiscono la fondamentale importanza del movimento per la vita e inoltre intendono l’uomo come una macchina (“macchina perfetta” è infatti un’espressione spesso utilizzata da entrambi pensando al corpo umano). Tra le tante acute osservazioni che ci ha lasciato il grande Leonardo da Vinci, una, in particolare, si erge a colonna portante, seppur poco riconosciuta nel suo valore, delle tante costruzioni scientifiche che, secoli dopo, caratterizzarono l’opera del fondatore dell’osteopatia:

“Il moto è causa di ogni vita”[1].

Già, anche il sommo Leonardo, che analogamente a Still in tutta la sua vita fu “ossessionato” dai “perché” che dirigono ogni evento, ebbe particolarmente a cuore il tema del movimento, del moto e della sua relazione con la vita. E con il termine “moto”, da Vinci non fa riferimento al solo significato fisico, ma addirittura intende anche qualcosa di più spirituale, in perfetta sintonia con la sua epoca. È particolarmente affascinante, infatti, la definizione che lo scienziato italiano ci fornisce a proposito della forza:

“Forza dico essere una virtù spirituale, una potenza invisibile, la quale per accidentale, esterna violenza è causata dal moto e collocata e infusa ne’ corpi…”[2].

Anche Still è “ossessionato” dal moto, dal corretto movimento. Vede la malattia come un effetto di un’ostruzione vascolare, di una compressione nervosa, di ogni qualcosa che possa interferire con i normali flussi (di qualunque natura essi siano) dell’essere vivente. Il moto dei flussi non è l’unica “ossessione” di Still e dell’osteopatia. La semplice perdita di quantità o di qualità del movimento della fascia o di un viscere o di un giunto articolare, che sia una vertebra o un osso cranico o un’anca poco importa, acquista un valore importante nell’economia di una diagnosi e poi di un trattamento osteopatico.

Leonardo era un ingegnere. Still cita continuamente, pensando al corpo come ad una macchina, l’assonanza del medico con l’ingegnere che debba verificare l’allineamento delle cinghie di un motore, la libertà della circolazione dei fluidi lubrificanti o di quelli della carburazione e tutto il resto che possa interferire con l’efficacia del motore stesso.

Se pertanto Still è certamente il padre dell’osteopatia, Leonardo probabilmente rappresenta un ispiratore inconsapevole.

 

[1] Leonardo Da Vinci – L’uomo e la Natura

[2] Leonardo Da Vinci – L’uomo e la Natura

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